Sono passati ormai diversi giorni dall’inizio della cosiddetta “Fase 2”, e sembra ci si stia avvicinando al termine dell’emergenza Covid, o quanto meno al suo contenimento.
Ora è arrivato il momento di guardare avanti, e iniziare ad immaginare il futuro che aspetta a noi viaggiatori. Sono sempre più convinta che, almeno a breve termine la soluzione sia un “Turismo lento”, oppure nella sua più altisonante versione anglosassone di “slow tourism”.
In poche parole sarà quello a cui aspireremo un po’ tutti per sentirci più tranquilli e per dare valore all’ambiente che ci circonda, comprese le comunità locali.
Ma cos’è lo slow tourism? Come si pratica il turismo lento? Quali sono i suoi benefici?
Lo slow tourism si basa sull’attenzione ai particolari, al rapporto con i compagni di viaggio e mira ad una completa immersione nella realtà locale e con sé stessi. Lo slow tourism preferisce i borghi alle metropoli, la natura all’architettura e il relax alla frenesia.
Preferisce l’itinerario alla meta. Per essere un “turista lento”sarà necessario dare un grande valore all’ambiente circostante, prediligendo strutture ecosostenibili, esperienze umane. Una sorta di turismo responsabile messo in atto non solo nei Paesi in via di sviluppo o del Terzo Mondo ma in qualunque luogo in grado di essere assaporato con lentezza.
La parola d’ordine è rallentare il ritmo, quel ritmo frenetico a cui siamo purtroppo abituati a vivere nella quotidianità, ma che a causa di un isolamento forzato abbiamo imparato. Dobbiamo allontanarci dalla accezione negativa che viene affibbiata all’ozio e che in questo contesto assume un valore da riscoprire.
Quali sono però i tipi di viaggio che possono essere considerati come turismo lento? Ad esempio i cammini come quello lungo la Via Francigena, il trekking, il turismo fluviale, e il birdwtaching. Le strutture più adatte in cui soggiornare sono gli alberghi diffusi ottenuti recuperando vecchie case di antichi borghi e risistemandole per accogliere i forestieri come se fossero degli abitanti del luogo, ma con trattamento alberghiero, i campeggi (io adoro i glamping), le malghe, i bed and breakfast e gli agriturismi. Il tutto condito da cibo e vino locali perché un viaggio che si rispetti non può non includere il palato.
Il turismo lento regala esperienze autentiche, e di luoghi unici poco battuti dal turismo di massa in Italia ce ne sono tantissimi, da nord a sud.
Lo slow tourism fa bene al cuore, al corpo, all’anima e all’economia delle piccole realtà, perché porta benessere nei territori senza danneggiare l’ambiente ma contribuendo alla loro prosperità. Ecco perché dovremmo farne tesoro nei mesi che verranno.
Perché affidarsi ad un professionista per il turismo lento?
Noi di Manyways possiamo costruire un itinerario su misura per te, in base alle tue esigenze, ai tuoi tempi ed ai tuoi compagni di viaggio, anche a quattro zampe.